Una vita senza basket è una vita sprecata

Ho cominciato a scrivere da poco, quindi non conosco bene le dinamiche della scrittura.
Ho pensato che amando il basket fosse facile trovare argomenti validi da raccontare...
Io sono un ragazzo di 20 anni, ossessionato da qualsiasi cosa che abbia a che fare con la pallacanestro.
E' più forte di me, datemi una palla in mano e mi si apre un mondo...
Amo tutto di questo sport, dalla palla a due al fischio finale, dagli applausi del pubblico, l'adrenalina che sale sempre di più, il rumore della retina, il rumore delle scarpe nuove sul parquet, il profumo di palestra, gli urli del coach.
E' tutto magico, rientra in un contesto afrodisiaco. Senti la tensione, la voglia di emergere, le urla del pubblico che ti esaltano, il cuore che batte.... forte.... sempre di più.... è una tensione positiva.
Chi non ha mai praticato non può capire, è una di quelle cose che ti entra nel cuore e nella mente e, ahime, non ci esce più. E così, anche quando smetterai, sentirai tornare quell'adrenalina anche solo vedendo una partita in televisione, sentirai quella voglia di tornare, quella voglia di essere in campo. Perchè il basket è essere malati, è una malattia trasmissibile, è un viaggio senza ritorno.
Gli amici, il campetto all'aperto, il sole in faccia, cosa c'è di meglio?
Non esiste sconfitta nel basket, perchè quando si entra nel rettangolo di gioco si esternano tutte le proprie emozioni, si mette in gioco la propria anima, si mette in gioco l'uomo che vive dentro di te.
Il basket è gioia e dolore, è imprevedibilità, è passione vera, è lacrime e sangue, è onnipotenza, è tutto.
Senza questo sport probabilmente non sarei quello che sono oggi, il basket ti forma e ti regola a sua somiglianza. E' un esempio perfetto della vita quotidiana, la fatica e il lavoro danno i loro frutti.
Non credo si possa descrivere tutto di questo gioco, d'altronde ognuno di noi proverebbe emozioni completamente diverse con una palla a spicchi in mezzo ad un campo di gioco...
Una vita senza basket è una vita sprecata e io sono contento e fiero di non aver sprecato nemmeno un secondo.


                                                                                                                       Gioele De Luca

LeBron James e il suo futuro

Era l'8 luglio 2010 quando LeBron James, il ragazzone da Akron, attirò su di se tutte le attenzioni mediatiche mondiali. 

" The decision " andò in onda su ESPN e tutto il mondo conobbe in diretta il futuro di Lebron. Scelse Miami, tra le lacrime dei tifosi di Cleveland e la gioia infinita dei tifosi di South Beach.

Fu un evento straordinario, mai nessun giocatore di basket aveva avuto questo particolare appeal.

Oggi, quattro anni dopo, ci troviamo nella stessa identica situazione.

“ The chosen one “ ha deciso di uscire dal contratto con Miami: questo non significa necessariamente addio, ma fa capire che LeBron voglia valutare con attenzione ogni minima proposta.

Le alternative sono infinite, chi non vorrebbe avere LeBron James nel proprio roster?

Ecco che allora Chicago comincia a bussare alla sua porta, a seguito dei Clippers, Lakers, Rockets e Suns.

Tra le tante squadre, spicca ovviamente Cleveland: sinonimo di casa, di gioventù, di amore. Quella squadra che gli diede il comando del gioco quando lui era ancora un ragazzino, gli diede fiducia fin dal principio.

Sarebbe un’idea alquanto suggestiva, un ritorno a casa e un trio da sogno assieme a Irving e Wiggins.

Poesia pura.                                                                                         

Nessuno può sapere cosa ci riserverà il futuro, quale decisione prenderà LeBron: farà una scelta di cuore tornando a Cleveland o una scelta onerosa?

Vedremo, sul piatto ci sono molti soldi e ambizioni, spetterà a “ the King “ scegliere la destinazione che gli regalerà, forse, il suo terzo anello.

Gioele De Luca